Introduzione
Gennaio ❄️❄️❄️ , mese che evoca il freddo, la neve, la cioccolate calda, le ciaspole e gli skilift.
Ma c’è anche chi, nonostante le temperature rigide ⛄, non rinuncia a vivere una nuova esperienza subacquea, anche in inverno.
In questo articolo ho il piacere di condividere la testimonianza diretta del mio amico Frank che, insieme al suo fidato buddy Stefano, ha affrontato questa prova con non pochi timori iniziali, anche in considerazione della scelta degli erogatori a sua disposizione.
Buona lettura.
Il racconto

“Chi pratica sport outdoor come le immersioni subacquee, l’alpinismo o il parapendio ha senz’altro una visione “romantica” della vita.
Il desiderio di esplorarsi, fare esperienze nuove e uscire dalla propria “comfort zone” è una caratteristica psicologica di questi sportivi.
L’immersione subacquea sotto una superficie ghiacciata non richiede particolari doti tecniche né, grazie ai materiali nuovi, particolari doti di resistenza al freddo (che comunque sono utili 😉).
Quello che viene richiesto è più che altro un buon autocontrollo che ci permetta di gestire una situazione non usuale dove i normali punti di riferimento vengono persi.
La mia personale esperienza è stata forse un pò “sfortunata” anche se affascinante.
Al contrario delle volte precedenti il lago, sotto la crosta di ghiaccio, aveva l’acqua completamente torbida. La visibilità a inizio immersione era di circa 50 cm.
Mi è stato poi chiesto di recuperare una cintura di piombi persa da chi aveva fatto l’immersione prima di me.
Toccare il fondo con le mani e finire immersi nel nero di seppia è stato un tutt’uno.
Questo è stato senz’altro il momento clou dell’immersione. Non riuscire neanche a vedere il computer al polso, perdere completamente l’orientamento e affidarsi alla cima a cui eravamo legati per la risalita ha richiesto un bel pò di autocontrollo.
Il tutto terminato con una zuccata sul ghiaccio perché ho pure mancato il buco di uscita.
Insomma, decisamente un’esperienza non ordinaria e non banale.
Consigliata a tutti per aggiungere qualcosa al proprio bagaglio tecnico e soprattutto mentale”. @frank
Precisazioni tecniche doverose
Il primo stadio utilizzato nella configurazione della foto è un F22 di Scubatec, bilanciato a pistone.

Questo tipo di erogatore subacqueo non è proprio l’ideale per una immersione in acque sotto i 10 gradi. Pur tuttavia ha egregiamente svolto il proprio lavoro grazie alla presenza della griglia di dissipazione in testa.
L’azienda SCUBATEC e noi di TRE21.com preferiamo suggerire l’impiego di modelli bilanciati a membrana come F30, F40, F50 oppure F60 per le immersioni subacquee in acque fredde, meglio se accoppiati ad un kit antifreeze.

Infatti la membrana mantiene stagna la camera interna di bilanciamento mentre il kit antifreeze mantiene stagna la camera esterna impedendo così la formazione di cristalli di ghiaccio nelle zone deputate alla corretta e bilanciata erogazione.