Sono cresciuto a Genova, nutrendo fin dall’infanzia la passione per il mare. Conservo un ricordo indelebile, quello dei miei genitori che preparano tutto il necessario per “sopravvivere” a una domenica di agosto sulla spiaggia di Riva Trigoso, località Renà, poco prima delle gallerie per Moneglia, in prossimità dello scoglio della Croce che, ai miei tempi, era possibile raggiungere a piedi attraverso un molo in cemento.
Il primo tuffo
Ho appena terminato di sistemare la borsa frigo e le sedie pieghevoli che mio padre mi ha affidato e, con lo sguardo rivolto verso mia madre, cerco l’approvazione per tuffarmi. Non ha neanche terminato di dire “OK, ma stai vicino riva” che sono già in acqua.
La sera precedente contemplavo la mia attrezzatura subacquea, fresco regalo dei miei: una maschera tonda di gomma, un tubo piantato dentro con un galleggiante sulla cima e un paio di pinne, delle mini Rondine. Quella notte non chiusi occhio, immaginando il momento in cui avrei finalmente svelato i segreti celati da quella immensa massa d’acqua.
Le prime difficoltà
Tuttavia alcune difficoltà tecniche mi assalgono, cogliendomi impreparato. Neanche il tempo di assaporare il momento magico che la respirazione s’interrompe e, al primo tentativo di raggiungere il fondo, la maschera inizia ad allagarsi.
Realizzo che la responsabilità è di quel maledetto galleggiante e m’ingegno per risolvere il problema. Esco dall’acqua, identifico in un tappo di sughero la possibile soluzione. Tolgo il tubo, rinunciando alla respirazione in superficie, chiudo con il tappo il buco e torno di corsa in acqua.
Finalmente ci siamo, mi allontano qualche metro dalla riva, prendo un profondo respiro e faccio la mia prima capovolta che, in realtà, assomiglia più ad una capriola sbilenca.
Come un pesce spiaggiato sbatto le pinne fuori dall’acqua e, aiutandomi con le braccia, cerco di guadagnare profondità.
Non mollo!
Il fiato mi sostiene, così intensa è l’emozione che non me ne preoccupo. Non posso però ignorare un dolore, crescente ed irresistibile, che mi assale le orecchie. Continuare nella discesa non è più possibile e risalire in superficie diventa l’unica scelta da fare.
Il resto della storia potete immaginarlo.
Questi ricordi, insieme ad una foto storica dei luoghi delle mie vacanze estive, hanno mosso le dita sulla tastiera nel tentativo di fornire 5 suggerimenti per avvicinare e praticare le attività subacquee.
Mi rivolgo al lettore di questo articolo seguendo l’approccio che suggerirei ad una persona cara o ad un amico desideroso di provare la respirazione subacquea nella massima sicurezza per sé stessi e per gli altri.
Una piccola premessa prima di iniziare
Le competenze subacquee legate ad una determinato percorso formativo sono “certificate”, quindi riconosciute, dal conseguimento di un “brevetto” che attesta l’idoneità, l’abilità e la capacità del praticante.
Il brevetto: perché è importante
Le scuole sub, all’interno di associazioni sportive o diving center, possono rilasciare brevetti e relative abilitazioni quando sono affiliate a federazioni oppure in partnership con agenzie didattiche in possesso dei requisiti di conformità agli standard prestabiliti e universalmente riconosciuti dai più importanti enti certificatori ed hanno, di norma, valenza internazionale.
In Italia non è obbligatorio possedere un brevetto per effettuare immersioni con autorespiratore e, al momento della scrittura di questo articolo, non esiste una vera e propria legge che normi la disciplina delle attività subacquee.
Senza entrare nel merito della giurisprudenza il requisito obbligatorio del brevetto è citato, anche in recenti disegni di legge, solo per le guide e per gli istruttori.
Regioni e ordinanze della Capitaneria di Porto in qualche modo cercano di dare una sorta di regolamentazione localizzata che purtroppo si presta ad interpretazioni e quindi a contestazioni.
Sicurezza
Molti centri d’immersione, inoltre, potrebbero richiedere il possesso di un brevetto prima di consentire la partecipazione ad una immersione o anche solo per ricaricare la bombola.
Dal momento che la parola chiave è sicurezza per sé stessi e per gli altri, come da premessa, l’iscrizione ad un corso presso una scuola sub è, almeno per me, il primo passo verso le profondità marine.
Step 1 – Iscriviti ad un corso sub e consegui il brevetto
La prima raccomandazione, per te che desideri iniziare o proseguire nell’avventura subacquea, è senza dubbio quella d’intraprendere un corso di abilitazione oppure di specialità in base alle preferenze personali.
Come ottenere un brevetto subacqueo
Per ottenere un brevetto subacqueo destinato ad attività ricreative hai fondamentalmente tre opzioni:
- seguire un corso durante una vacanza dopo aver partecipato ad un DSD. Il “Discover Scuba Diving” altro non è che un battesimo dell’acqua, promosso dai centri d’immersione convenzionati con le strutture ricettive, utile a favorire la conoscenza del mondo sottomarino senza troppe difficoltà iniziali perchè accessibile a chiunque sappia almeno nuotare. Un istruttore esperto ti vestirà e ti condurrà nella tua prima esperienza con autorespiratore. Potrai così valutare se approfondire l’argomento. In questo caso aspettati una formazione che è tanto rapida quanto il tempo di permanenza nella località;
- frequentare un corso presso un diving nelle prossimità della tua abitazione o della località dove trascorri i week end o le vacanze estive.
- iscriverti ad un club o ad una associazione sportiva che organizza corsi sub riconosciuti da una federazione o da una agenzia didattica. In questo caso, oltre alla formazione, si potranno valorizzare gli aspetti sociali e aggregativi che da sempre caratterizzano il mondo della subacquea.
Esistono inoltre percorsi professionali come le scuole di Operatore Tecnico Subacqueo (OTS) oppure finalizzati ad impieghi militari che, per la loro complessità, richiedono un approfondimento a parte.
Le scuole sub
Di norma i corsi organizzati dalle didattiche o dalle agenzie subacquee (che si differenziano principalmente per lo scopo dell’ente erogante, che può essere divulgativo o commerciale) si articolano in una parte teorica e una pratica, integrata da lezioni in bacino delimitato (piscina o acque confinate) per completarsi con le esercitazioni in acque libere.
Al termine del percorso formativo e al superamento delle necessarie verifiche verrà rilasciato il meritato brevetto che certificherà la tua idoneità alla pratica della relativa attività.
I programmi didattici delle diverse scuole e agenzie subacquee sono graduali e consentono all’allievo di crescere nelle abilità e nelle capacità per livelli di apprendimento progressivi, senza soluzione di continuità, dal momento che non si finisce mai d’imparare.
Infatti, nella pratica subacquea, le cose da comprendere sono ancora tantissime.
Step 2 – Procurati l’attrezzatura necessaria
Le immersioni subacquee con autorespiratore richiedono diverse attrezzature che potrai acquistare nuove presso negozi sportivi e siti e-commerce specializzati oppure di seconda mano, presso i numerosi market place presenti sulle piattaforme digitali social, purchè funzionanti e in buono stato di conservazione..
Quali attrezzature acquistare e quando
I dispositivi di protezione individuale (DPI) che consiglio di acquistare nuovi e su misura sono le mute (soprattutto in neoprene) e le maschere perchè molto personali e intimi.
Tra le opzioni possibili c’è anche quella di noleggiare l’attrezzatura occorrente. Scuole sub e diving infatti dispongono di bombole, erogatori, gav, mute e pinne che normalmente forniscono agli allievi durante il corso sub. La formula del noleggio può tornare utile anche dopo il conseguimento del brevetto.
Quali attrezzature acquistare e quali noleggiare una volta terminato il corso?
Se hai seguito il mio consiglio precedente avrai già comprato la muta, la maschera e, immagino, anche le pinne. Gli erogatori, a questo punto, potrebbero essere l’acqusito successivo.
Nelle immersioni ricreative esistono 2 tipi di configurazioni possibili: octopus oppure doppio gruppo.
Le configurazioni delle attrezzature subacquee
La configurazione octopus prevede il collegamento alla bombola di un solo gruppo composto da un erogatore primo stadio che alimenta 2 erogatori secondo stadio, manometro e frusta GAV. In questo caso il vantaggio è il minor costo d’acquisto. Troverai molto spesso questa configurazione nei diving di tutto il mondo e nelle scuole sub.
La configurazione con doppio gruppo prevede il collegamento alla bombola di due distinti e separati gruppi erogatori composti ognuno da un singolo primo stadio che alimenta il relativo secondo stadio.
Affronterò più dettagliatamente in un prossimo articolo le motivazioni, i vantaggi e gli svantaggi delle diverse configurazioni degli erogatori subacquei maggiormente utilizzati.
Il computer subacqueo e il compensatore di assetto (GAV / jacket) sono dispositivi di sicurezza e protezione personale importantissimi nel corredo del subacqueo e durante il corso avrai modo di comprenderne funzionalità e corretto impiego.
Nuovo, usato o noleggiato?
I prezzi variano anche di parecchio in relazione alle funzionalità offerte. Un valido compromesso potrebbe essere quello di acquistarli usati oppure di noleggiarli.
L’uso della bombola e la sua ricarica, per concludere, è quasi sempre compreso nel costo dell’immersione. Potrai pertanto posticiparne l’acquisto a quando l’esperienza ti porterà ad essere più autonomo o a quando le tue esigenze richiederanno bombole dedicate.
Step 3 – Fai immersioni!
La pratica è, ancora oggi con la realtà aumentata e l’AI alle porte, il metodo più efficace per fare esperienza e mettere in opera le nozioni acquisite nei corsi.
A mollo come il baccalà!
Maggiori saranno le immersioni che riuscirai a fare durante l’anno, sempre più forte sarà la consapevolezza e la sicurezza che acquisirai.
Inizia subito a trascrivere i paramentri dell’immersione e le sensazioni che ne hai tratto. La compilazione del logbook ti tornerà molto utile nel percorso formativo.
Le mete esotiche hanno contribuito notevolmente alla crescita esponenziale della subacquea. Una vacanza dedicata rappresenta un’ottima occasione per fare nuove esperienze.
Ricorda però che hai la fortuna di vivere in una penisola con 8000 km di costa, protesa in un mare meraviglioso e ricco di biodiversità, unico per bellezza. Ti capiterà di trovare quello che cerchi senza dover fare tanta strada, quindi non hai più scuse!
Come scegliere la destinazione per le immersioni?
La maggior parte dei subacquei è motivata principalmente da 3 fattori: la professionalità della struttura di appoggio, la comodità della logistica e la bellezza o particolarità dei siti d’immersone.
Ti capiterà inevitabilmente di fare immersioni nello stesso sito più volte. In questo caso, fatta salva la facilità di raggiungere una destinazione e la comodità nella gestione delle attrezzature e dei trasferimenti, apprezzerai con il tempo questa opportunità perchè ogni tuffo è una storia a sé.
Qundi fai immersioni, dove desideri, con chi vuoi, tutte le volte che puoi. Qualcosa sul tuo logbook vorrai pur scrivere!
Step 4 – Aggiornati costantemente
È naturale voler crescere nell’addestramento e nella conoscenza quando la passione per le immersioni subacquee viaggia di pari passo con il tuo impegno.
La pratica subacquea offre tantissimi spunti che vanno dalle più recenti tecniche d’immersione agli aspetti prettamente scientifici.
Non si finisce mai d’imparare
Infatti le didattiche e le agenzie subacquee propongono ampi e articolati percorsi formativi che ti permetteranno di approfondire abilità e competenze a te più congeniali. Il mio pensiero va ai corsi di video e foto sub ad esempio, alla biologia marina oppure alle immersioni profonde. Hai l’imbarazzo della scelta.
Step 5 – Tieniti in buona forma fisica
Il consumo calorico medio stimato durante un’immersione ruota intorno a 900/1000 Kcal/h.
Questi valori sono paragonabili ad un’ora di jogging.
Sei in grado di sostenere questo dispendio di energie?
La subacquea è a tutti gli effetti uno sport aerobico che, in particolari circostanze, è anche anaerobico. Sono recenti e sempre più accreditati gli studi che associano l’eccessiva produzione di anidride carbonica nel sangue ad eventi di MDD o di narcosi.
La preparazione e la salute fisica nella pratica subacquea sono pertanto alla base della sicurezza in immersione.
Le attività subacquee, inoltre, richiedono abilità motorie coordinative (controllate dal sistema nervoso centrale) e condizionali (resistenza e forza ad esempio).
Praticare sport aerobici migliora il tuo comfort in acqua
Per questi motivi, da parecchi anni, abbino alla mia attività d’istruttore e di praticante le immersioni tecniche una preparazione aerobica di forza e resistenza allenandomi nel triathlon.
I giovamenti che ne ho tratto sono notevoli e li apprezzo ancora di più in considerazione della mia età.
Non serve fare grosse cose e neanche spaccarsi di palestra. Basta dedicare regolarmente un pò di tempo alla corsa, alla piscina, alla bicicletta oppure a qualche esercizio a corpo libero. Ti assicuro che le immersioni diverranno ancora più divertenti.
@tre21.com